Category Territorio Sostenibile

INDAGINE BEACH LITTER 2021 DI LEGAMBIENTE

LE INIZIATIVE DI SPIAGGE E FONDALI PULITI E I DATI DELL’INDAGINE BEACH LITTER 2021

Il Circolo Legambiente Valle Tacina nel 2021 ha monitorato un tratto della “Spiaggia dei Gigli” in loc. Sovereto di Isola Capo Rizzuto (KR)

CENSITI 654 RIFIUTI OGNI CENTO METRI DI SPIAGGIA

IL CIRCOLO LEGAMBIENTE VALLE TACINA NEL 2020 HA MONITORATO LA FOCE DEL CROCCHIO E LA FOCE DEL TACINA

Dai contenitori per bevande e alimenti ai guanti e alle mascherine usa e getta, l’80% dei rifiuti rinvenuti è di plastica. Sul bilancio pesano anche l’incuria dei fumatori, l’abbandono di materiale da costruzione e la cattiva depurazione. La top ten degli oggetti ritrovati in 13 regioni.

Legambiente: “L’Italia recepisca al più presto la direttiva UE sulla plastica monouso e non proroghi più la plastic tax. Il Senato approvi subito legge SalvaMare, bloccata da oltre un anno”

Rifiuti a ogni passo: 654 quelli rinvenuti, in media, ogni cento metri percorsi lungo le spiagge monitorate da Legambiente. È il bilancio tutt’altro che incoraggiante dell’indagine Beach Litter 2020, condotta dai Circoli di Legambiente, realizzata grazie al contributo di E.ON Novamont e raccontata da Goletta Verde, la campagna estiva dell’associazione ambientalista in difesa del mare e delle coste italiane. Dagli intramontabili mozziconi di sigaretta a contenitori per bevande e alimenti e stoviglie in plastica usa e getta, dal materiale da costruzione ai “nuovi arrivati” come guanti e mascherine, i cumuli di spazzatura trovati sono frutto d’incuria, maleducazione, mancata depurazione, cattiva gestione dei rifiuti sulla terraferma che, attraverso corsi d’acqua e scarichi, arrivano in mare e sui litorali.

43 le spiagge monitorate in 13 regioni italiane per un totale di 28.137 rifiuti censiti in un’area di 189 mila metri quadri: all’opera i volontari di Legambiente, protagonisti della prima attività associativa in presenza organizzata nel post-lockdown. Su circa la metà delle spiagge campionate, la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti, mentre in una spiaggia su tre sono stati rinvenuti guanti, mascherine e altri oggetti riconducibili all’emergenza sanitaria. Sebbene il numero di rifiuti rilevati sia in lieve calo rispetto allo scorso anno – complice il sostanziale stop di ogni attività durante il lockdown – il Covid-19 rischia di rendere meno efficaci i passi avanti fatti proprio nella riduzione della plastica e dell’usa e getta.

Iniziata nel 2014 sulle spiagge del Mediterraneo, l’indagine Beach Litter di Legambiente rappresenta una delle più grandi esperienze di citizen science a livello internazionale. Il protocollo utilizzato è sviluppato nell’ambito dell’iniziativa Marine Litter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, cui diverse associazioni comunicano i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più ampi database sui rifiuti spiaggiati costruiti dai volontari a livello europeo.

Nel 2020 sono state monitorate una spiaggia in Basilicata; due spiagge in Calabria; dieci in Campania; due in Emilia-Romagna; due in Friuli Venezia Giulia; tre nel Lazio; una in Liguria; una nelle Marche; cinque in Puglia; otto in Sardegna; quattro in Sicilia; tre in Veneto; una in Umbria (sul lago Trasimeno).


Ambiente e Ambientalisti ai tempi del coronavirus

Attività nel Parco Nazionale della Sila, loc. Pietra Scritta 2017

La rubrica si è occupata, negli ultimi mesi, della grave emergenza sanitaria causata dal coronavirus che si sta trasformando nella più grande emergenza economico-sociale del dopoguerra. Una pandemia che sta aggravando il vero grande problema per il pianeta e per l’uomo: il forte degrado dello stato dell’ambiente, come ci ricordano, puntualmente, i più importanti rapporti scientifici mondiali. Occorre, nell’era delle fake news, della spazzatura scientifica, dare centralità, alla scienza affinché possa aiutare, illuminare, ai diversi livelli, i decisori politici, a compiere scelte che vadano nella giusta direzione.

I mesi del lockdown, il blocco di gran parte delle attività produttive, della circolazione stradale, hanno avuto come riscontro positivo una forte riduzione dell’inquinamento atmosferico, è migliorata la qualità dell’aria delle nostre città. Un effetto benefico, temporaneo, che si sta dissolvendo con la ripresa della normalità. Vivendo a Genova, in una città già congestionata dal normale traffico, posso assistere, in questi giorni, ad una intensificazione del traffico veicolare privato a discapito di quello pubblico. Il Comune, in fretta e furia, sta realizzando decine di chilometri di piste ciclabili, pagando un forte ritardo nella realizzazione di strutture per la mobilità ciclistica, di importanti infrastrutture di trasporto pubblico. La diffusione del virus è stata la cartina tornasole che ha evidenziato la vulnerabilità del nostro sistema sanitario, della gestione organizzativa delle nostre città.

La risposta agli effetti della pandemia, di un sistema economico non sostenibile, potrebbe avere la conseguenza del “gatto che si morde la coda”, il tentativo, la necessità, di recuperare i danni economici a discapito delle politiche ambientali faticosamente messe in campo in tutti questi anni. L’America di Trump ha prontamente sospeso l’applicazione delle leggi ambientali. La COP26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, che si sarebbe dovuta tenere a Glasgow a novembre, è stata annullata, rimandata al 2021. A Glasgow si sarebbe dovuto risolvere il nodo dell’applicazione dell’art.6 dell’Accordo di Parigi, del dicembre 2015, 195 paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima, le nazioni avrebbero dovuto presentare i nuovi piani nazionali di riduzione delle emissioni.

Uno scenario mondiale, globale, inquietante, ma la situazione locale, regionale, non ci rassicura, come è stato denunciato, nei giorni scorsi, attraverso un comunicato da Legambiente Calabria: “La situazione dei rifiuti nella nostra Regione è nuovamente al collasso per come accade, periodicamente, da decenni. Nel corso degli anni l’Amministrazione regionale ha sempre utilizzato la logica emergenziale, questa volta legata all’emergenza epidemiologica da Covid 19. Con l’ennesima ordinanza emergenziale n. 45 del 20 maggio 2020, si certifica ancora una volta la fallimentare gestione del settore rifiuti da parte della Regione Calabria che dopo avere trasferito le competenze di gestione agli A.t.o., senza impianti e programmazione, ancora una volta ricorre alla logica delle discariche. .. oppure ampliare le discariche esistenti come sta accadendo a Scala Coeli o chiedere agli Ato di individuare nuove discariche, non è certo la soluzione giusta per uscire dall’emergenza rifiuti”. Non c’è più tempo per nessuno degli attori di questa brutta storia : Regioni e Comuni devono assumersi le rispettive scelte e responsabilità”.

In una situazione emergenziale vengono riesumati antichi e deleteri progetti. E’ di questi giorni il tentativo di riproporre una nuova discarica nel crotonese in loc. Terrate-Terratelle, nel Comune di Roccabernarda, che fu oggetto di una forte contestazione, una decina d’anni, di una interpellanza parlamentare ( Discarica di Terrate-Terratelle, un documento scomodo, Il Crotonese,  23 Novembre 2010) .

La Calabria è in forte ritardo nella raccolta differenziata, è ancora lontano l’obiettivo di almeno il 65% , che si doveva raggiungere entro il 31 dicembre 2012. Dal report del Catasto rifiuti Arpacal, pubblicato lo scorso mese di aprile, in Calabria il valore della differenziata totale ha una lieve crescita, passando dal 42,90% al 45,3%. Nelle province il dato cresce con lo stesso trend: Catanzaro passa dal 48,74 al 51,53 mentre Cosenza sale dal 54,84 al 56,78; Crotone sale dal 26,25 al 27,88 per cento, Reggio Calabria dal 34,76 al 37,12 e Vibo Valentia dal 30,39 al 33,41%. Valori molto bassi per la provincia di Crotone, ancor più misero quello della città di Crotone il 7,74 %. Nell’area del petilino, tra i più grossi centri, al primo posto troviamo Petilia Policastro con il 55,03%, però ancora distante dal livello minimo, inoltre non è stata ancora ripristinata l’isola ecologica dopo l’incendio doloso del 2013, una struttura essenziale che si dovrebbe integrare con la raccolta differenziata “porta a porta”.

            Una domanda che spesso ci poniamo, per la tutela dell’ambiente, sono ancora importanti gli ambientalisti, quando di sostenibilità ambientale, economia circolare, green economy, ormai ne “parlano” un po’ tutti, anche se oggi le parole più in voga sono: lockdown, distanziamento. Legambiente, nei giorni scorsi ha compiuto quarant’anni, un’associazione nata nel lontano 20 maggio 1980, impegnata su più fronti e più temi legati da un unico comun denominatore: la tutela e la valorizzazione dell’ambiente;  è diventata l’associazione ambientalista più diffusa in Italia, grazie ad una rete di Circoli, alle tante campagne fin qui realizzate, ricordiamo solo  alcuni numeri: diecimila campioni di acqua di mare monitorati dal 1986, le prime misure della qualità delle acque di balneazione con il laboratorio mobile di “Goletta Verde”, dal 1988 con il “Treno Verde”  ha compiuto 270 tappe nelle città, iniziando il monitoraggio  dell’inquinamento atmosferico; gli otto milioni di cittadini che hanno partecipato alle pulizie di Puliamo il mondo dal 1994. “Siamo convinti che il nostro Paese sarebbe stato profondamente diverso se, in questi quattro decenni, non ci fosse stata Legambiente“, ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Non avrebbe avuto leggi importanti come quella sugli ecoreati o sull’inquinamento da plastica monouso, copiate dall’Europa. Sarebbe proseguito il dumping in mare dei rifiuti industriali autorizzato dalle istituzioni. La cura del nostro Paese e la valorizzazione dell’ambiente – continua Ciafani – devono essere una priorità per i cittadini così come per l’agenda politica di qualunque Governo. Il periodo difficile che l’Italia sta vivendo, colpita dal coronavirus, dimostra ancora una volta quanto l’ambiente sia una questione prioritaria da affrontare e non più rimandabile. Non si perda dunque questa importante occasione per far ripartire davvero il Paese in una chiave green e per farlo il primo passo da fare è quello di ripensare e ridisegnare le grandi città, le più a rischio per le conseguenze dei cambiamenti climatici. Legambiente continuerà il suo cammino promuovendo stili di vita sostenibili e indicando la strada giusta alle istituzioni e alle imprese”.

Le proposte lanciate da Legambiente, condivise da imprese e associazioni del terzo settore, riguardano tre campi di intervento: la semplificazione delle procedure, gli interventi per rilanciare l’economia con fondi europei e lo sblocco di risorse. Secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente, “l’Italia ha quanto mai bisogno di semplificare procedure troppo complesse e poco trasparenti. Tra gli interventi più urgenti da sbloccare, è quello di portare in tutti i Comuni la banda larga e le ricariche delle auto elettriche, di avere scuole sicure e case dove si riducono le bollette energetiche, di sbloccare gli impianti da rinnovabili, di togliere le barriere non tecnologiche che oggi rallentano l’economia circolare, le bonifiche dei siti inquinati e la rigenerazione urbana».

Quindi, per risollevare le economie mondiali, per il futuro del pianeta, occorre aprire una nuova strada in direzione della sostenibilità.

Luigi Concio – Rubrica giornale “Il Petilino”


40 anni di Legambiente. Il Presidente Stefano Ciafani: “Serve un salto di qualità dell’ambientalismo italiano”

Incontro con i liceali di Petilia Policastro, 13 gennaio 2017

LA STAMPA, 8 GIUGNO 2020

L’associazione compie i primi 40 anni di attività, passati anticipando i tempi e portando alla ribalta temi ambientali spesso celati. Nonostante una politica e una classe dirigente che si è dimostrata inadeguata ad affrontare le sfide ambientali che hanno investito il nostro paese

l 20 maggio 1980 nasceva formalmente la Lega per l’Ambiente dell’Arci. Fu quello il battesimo di

un’associazione che aveva in serbo un progetto ambizioso: promuovere un’idea di ambientalismo che potesse parlare di natura e società in una sorta di simbiosi, capace di non trascurare le battaglie storiche dell’ecologismo, ma considerando allo stesso tempo il contesto socio culturale dei territori. In quarant’anni Legambiente ha cambiato la storia dell’ambientalismo del nostro paese, spesso anticipando i tempi e cambiando il nostro vocabolario per sempre. Con Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente dal 2018, abbiamo voluto attraversare queste quattro decadi, analizzando anche l’attuale immobilismo di una certa politica italiana.

Presidente, a 40 anni si dice che si è definitivamente raggiunta l’età della maturità, quella in cui si diventa adulti. Guardando indietro, quali sono stati i passaggi più importanti per Legambiente?
“L’associazione nonostante i 40 anni ha ancora lo spirito ribelle che l’ha contraddistinta negli anni. Caratteristica che ci ha portato ad anticipare i tempi. Lo facemmo nel 1986, quando iniziammo a campionare le acque di balneazione. Lo facemmo nel 1988, quando iniziammo a monitorare l’inquinamento atmosferico e acustico, ancora prima che fosse imposto per legge. Lo facemmo nel 1990, due anni prima della Conferenza di Rio, quando con una petizione raccogliemmo 600mila firme per chiedere al governo italiano di ridurre le emissioni. Lo facemmo nel 1994, quando iniziammo a denunciare il fenomeno delle ecomafie. O nel 2003 quando per primi abbiamo denunciato la Terra dei Fuochi, uno dei quattro termini coniato dall’associazione, insieme a “ecomostri”, “ecomafia” e “Grab”. Abbiamo iniziato nel 2011 i primi campionamenti della plastica presente nel Mediterraneo, raccontando che il problema non era solo quello dell’isola galleggiante nell’oceano”.

Ma come si fa ad anticipare i tempi? Qual è il segreto per capire quali sono le reali emergenze ambientali?
“Il segreto è quello di lavorare a stretto contatto con la scienza e gli scienziati. Legambiente nasce nelle università, insieme con i fisici, quando si parlava negli anni ’80 di ampliare il nucleare italiano. Tutto il lavoro fatto finora è stato fatto insieme agli scienziati, per arrivare ad avere i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il nostro faro è stato sempre la scienza: negli anni ’80 contrastavamo le fake news del governo sul nucleare. Oggi ad esempio ci troviamo a contrastare le false idee sul biometano e sulla digestione anaerobica. O sulla Xylella in Puglia, che hanno causato il diffondersi dell’infezione”.

Quali sono le nuove fake news che vi trovate ad affrontare oggi?

“Una su tutte è quella sul 5G. Non è possibile raccontare false notizie su una tecnologia che non è ancora stata installata. Certo è un tema che va approfondito con una ricerca indipendente, per capire se questa tecnologia può o meno creare dei problemi alla salute. Parallelamente dobbiamo lavorare sul principio di precauzione, che prevede la minimizzazione dell’esposizione all’elettrosmog. Noi siamo il paese a livello europeo con i limiti più cautelativi per quanto riguarda l’elettrosmog, i più rigorosi. Dobbiamo pretendere il rispetto delle norme e chiedere ai Comuni di applicare dei piani di localizzazione delle stazioni e delle antenne per evitare picchi di campi elettromagnetici, e rendendoli omogenei su tutto il territorio”. 

Quando si parla di ambientalismo oggi, sembra ci sia una forte polarizzazione nei confronti di certi temi. Com’è cambiata la consapevolezza dei temi ambientali negli anni?
“La cultura ambientale sta avendo un grande exploit. Quarant’anni fa era un tema per pochi. Lo scorso anno la lotta alla crisi climatica ha riempito le piazze di centinaia di città, con migliaia di ragazzi. Piazze strapiene come mai era avvenuto. Il tema ambientale ha sfondato, siamo di fronte ad un gigante culturale. Ciò che dobbiamo evitare è di informarsi su fonti non attendibili. L’ambientalismo è marchiato da troppi stregoni che contrastano qualunque cosa. Dobbiamo installare impianti fotovoltaici, eolici, impianti di riciclo, di compostaggio. Questo serve per fare la rivoluzione circolare. Invece un certo tipo di ambientalismo italiano è contro a priori. C’è troppa incoerenza”.

Parliamo di politica: mentre in Europa i movimenti “verdi” crescono un po’ ovunque, qua in Italia certi temi non vengono nemmeno presi in considerazione. Cosa manca?
“I temi ambientali sono un nano politico, perché stato sempre un tema marginale nell’agenda politica dei governi che si sono succeduti. In Italia non è accaduto quello che abbiamo visto negli Usa con la presidenza Obama, o in Germania sia con i governi di centrodestra che di centrosinistra. La stessa Cina, nonostante le contraddizioni, ha un governo che punta molto sulle tematiche ambientali, perché sa bene che chi oggi fa ricerca su quel tema, può puntare sull’industrializzazione e successivamente sul mercato mondiale. Qui siamo ostaggio di una politica ideologica, di un ambientalismo dei comitati rappresentato dai 5stelle o quello di facciata del PD. Mentre il centrodestra parla di condoni edilizi o di corsa alle trivelle. L’impermeabilità della politica italiana è frutto dell’inadeguatezza della classe dirigente. Questo vale anche per la classe industriale: ci sono decine di aziende green in Italia che non sono considerate da Confindustria. Abbiamo bisogno di un salto di qualità dell’ambientalismo italiano”.

Se pensiamo al passato, vengono in mente i grandi intellettuali ecologisti che ha avuto il nostro paese, come ad esempio Alex Langer. C’è secondo lei qualcuno di simile oggi?“Langer
 è stato uno straordinario pensatore che ha visto delle cose prima degli altri. Oggi in Italia abbiamo un grande ambientalista nato in Argentina. E si chiama Bergoglio. Credo non ci possa essere voce più autorevole di Papa Francesco che ha scritto nero su bianco quello che tutti dovranno fare nei prossimi anni per fermare la crisi ambientale e climatica. Si tratta di un dono per l’ambientalismo che deve far riflettere chi da quarant’anni non ci ascolta. Nel nostro ultimo libro “La nostra Italia”, abbiamo raccontato tutte le conquiste raggiunte da un’associazione di cittadini. Ecco, le associazioni sono i pilastri di una società, e continueremo ad alimentare questo dibattito. Dico questo perché negli ultimi tempi c’è stata una campagna vergognosa contro le Ong, nonostante queste siano da sempre in prima linea”.


Bici, banda larga e controlli ambientali: 33 proposte di Legambiente per una ripartenza green

Nel pacchetto semplificazione di Legambiente delle procedure per accelerare gli investimenti, rilancio dell’economia con fondi europei, sblocco di risorse e di provvedimenti ministeriali in stallo

La Fase 2, con la riapertura delle attività dopo lo stop causato dal coronavirus, “è un’occasione che l’Italia non deve sprecare per rilanciare l’economia in chiave green“, che fa bene all’ambiente ma aiuta anche le famiglie e le aziende. Lo dice Legambiente, che lancia un pacchetto di 33 proposte, condivise da imprese e associazioni del terzo settore, e lo sottopone al governo in un documento “già scritto nella forma di emendamento al prossimo Decreto per far ripartire l’economia, e subito attuabile con riferimenti normativi e di spesa”.

Tre i campi d’intervento: semplificazione delle procedure per accelerare gli investimenti, rilancio dell’economia con fondi europei, sblocco di risorse e di provvedimenti ministeriali in stallo. Mettendo in pratica questa ricetta, spiega l’associazione ambientalista, si avrebbero importanti vantaggi economici. Ad esempio, “con i cantieri per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, si metterebbero in moto investimenti, tra diretti e indiretti, per quasi 9 miliardi di euro all’anno, con 430 mila occupati e con risparmi in bolletta per le famiglie pari a circa 620 euro all’anno”.

Semplificando gli interventi per portare la banda larga anche nei piccoli comuni e nelle aree interne del Paese, ci sarebbero quasi 9 miliardi di euro di investimenti per il cablaggio previsti in tutta Italia, accompagnati da ricadute positive per far tornare a vivere e investire nei borghi”.

L’economia circolare può diventare “il motore del rilancio dei territori: a livello europeo viene stimato al 2030 un beneficio economico pari a 1.800 miliardi di euro annui, favorendo una crescita del Pil fino al 7%”. Con una progettazione di qualità e veri controlli ambientali, prosegue l’ong, “si potrebbero cancellare le tante procedure di infrazione europee aperte contro l’Italia (in questo momento sono 19 quelle ambientali), che ci hanno costretto in questi anni a pagare oltre 500 milioni di euro di multe per inquinamento e ritardi che scontano i cittadini”.

“La sfida – spiega il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – è rilanciare l’economia e dare risposta anche alle altre due grandi crisi che abbiamo di fronte, quella climatica e quella sociale”.

Le 33 proposte di Legambiente:

Semplificazioni in materia di autorizzazioni:
1.    Semplificazioni per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili
2.    Semplificazione degli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente
3.    Promozione dell’efficienza energetica attraverso sistemi geotermici
4.    Semplificazioni in materia di valutazione di impatto ambientale e partecipazione dei cittadini
5.    Semplificazione per l’installazione di reti a banda larga
6.    Semplificazioni per l’installazione di ricarica per auto elettriche
7.    Eliminazione di limiti all’utilizzo del pet riciclato per la produzione di bottiglie di plastica
8.    Promozione del Green public procurement
9.    Utilizzo di materiali provenienti dal riciclo nelle costruzioni
10. Semplificazione degli interventi di rigenerazione urbana e ambientale
11. Demolizioni di edifici abusivi

Provvedimenti in materia di rilancio dell’economia:
1.    Proroga e revisione degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente.
2.    Creazione di un fondo per l’efficienza energetica e l’accesso al credito da parte delle famiglie
3.    Riqualificazione energetica del patrimonio edilizio residenziale pubblico
4.    Interventi di Adattamento ai cambiamenti climatici nei comuni italiani
5.    Fondo progettazione per la riqualificazione di edifici e strutture pubbliche
6.    Proroga di Industria 4.0 e prospettiva green
7.    Misure a sostegno dell’economia circolare
8.    Creazione di un fondo nazionale per la bonifica dei siti orfani
9.    Rinnovo del materiale rotabile ferroviario regionale e urbano
10.Welfare mobilità per i dipendenti
11.Potenziamento dei controlli ambientali
12.Misure di contrasto alla povertà energetica
13.Regolarizzazione dei cittadini stranieri

Provvedimenti ministeriali da sbloccare:
1.    Sbloccare il “buono mobilità” per le famiglie
2.    Sbloccare le risorse per le piste ciclabili
3.    Sbloccare le risorse per la riqualificazione del patrimonio edilizio
4.    Aggiornare le linee guida per l’autorizzazione di impianti da fonti rinnovabili
5.    Emanare i decreti e regolamenti per rendere definitivamente operativo il codice del terzo settore
6.    Sbloccare le risorse per la creazione di foreste urbane
7.    Completare l’anagrafe della situazione statica e energetica dell’edilizia scolastica
8.    Accelerare gli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico
9.    sbloccare le risorse per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni


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Legambiente è un’associazione senza fini di lucro, fatta di cittadini e cittadine che hanno a cuore la tutela dell’ambiente in tutte le sue forme, la qualità della vita, una società più equa, giusta e solidale.
Un grande movimento apartitico fatto di persone che, attraverso il volontariato e la partecipazione diretta, si fanno promotori del cambiamento per un futuro migliore.

Abbiamo fondato la nostra missione sull’ambientalismo scientifico, raccogliendo dal basso migliaia di dati sul nostro ecosistema, che sono alla base di ogni denuncia e proposta.

Da 40 anni lottiamo per realizzare la nostra idea di rievoluzione: fermare la crisi climatica e le ecomafie, liberare il mare dai rifiuti e diffondere stili di vita sostenibili, proteggendo il territorio e chi lo vive.

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Promuoviamo la riconversione del sistema energetico per fermare la crisi climatica.

Lottiamo contro i ladri di futuro, a cominciare da quelli che inquinano il Pianeta, il territorio e le relazioni umane.

Contrastiamo l’illegalità ambientale per difendere il nostro territorio, combattiamo l’ecomafia, gli ecomostri, gli abusi edilizi e ogni tentativo di criminalità ambientale ai danni della collettività.

Ci impegniamo ogni giorno nell’educazione ambientale e nella diffusione di stili di vita più sostenibili, affinchè ognuno possa curarsi dell’ambiente, ogni giorno e in prima persona.

Promuoviamo la partecipazione attiva dei cittadini e i valori del volontariato ambientale, offrendo opportunità di partecipazione ad adulti e bambini.

Accompagniamo la riconversione economica e del sistema produttivo in chiave ecologica e civile, per generare benefici ambientali e sociali. Lottiamo contro le disuguaglianze, promuovendo la nostra idea di ecologia umana in grado di saldare la centralità della persona e la tutela dell’ambiente, il progresso economico e la solidarietà, la giustizia ambientale e sociale.


Incontro sotto l’albero

Piazza Filottete, 30 agosto 2019

Un incontro “sotto” l’ampia chioma di un bellissimo leccio, l’angolo più green di piazza Filottete di Petilia Policastro.
Legambiente “Valle Tacina” di Petilia Policastro, in quest’ultimo scorcio di agosto, ha voluto incontrare i soci, ma anche i non iscritti, tutti coloro che desiderano avere un ruolo attivo per una rinascita ecosostenibile del territorio, nell’ottica di una associazione territoriale, Nel nostro Statuto è prevista la possibilità di creare gruppi anche in altri Comuni dove sono presenti i nostri soci. Hanno partecipato all’incontro i giovani componenti dei “Verdi del Marchesato”.
I temi affrontati, nel corso della discussione, sono stati tanti, dalla necessità di tutela e di valorizzazione delle aree protette, il Parco Nazionale della Sila, le aree SIC, una particolare attenzione alla foce del fiume Crocchio, alle spinose questioni della depurazione e dei rifiuti.
La prossima iniziativa è “Puliamo il Mondo”, promossa dalla Legambiente, prevista nell’ultima decade di settembre, che dovrà vedere la più ampia partecipazione di cittadini, associazioni, scuole, enti locali.
Infine, è emersa la necessità di continuare nell’azione di conoscenza diretta dei beni culturali del territorio, attraverso escursioni, iniziative. Un buon punto di partenza è il lavoro svolto dal locale Liceo Scientifico, presente nel sito web: www.scuolaparco.it.


Impegno per l’Ambiente tutto l’anno

Il mese di agosto, mese per le vacanze, preferito da milioni di italiani, vede un aumento crescente di persone che preferiscono coniugare le vacanze con l’impegno civile, partecipando ai campi estivi organizzati da numerose associazioni da Legambiente a Libera, al WWF. La scelta di una vacanza all’insegna della conoscenza, l’esplorazione degli ecosistemi, con giornate di pulizia e di impegno civile.

Il Circolo Legambiente “Valle Tacina” di Petilia Policastro ha organizzato/collabora alla realizzazione delle seguenti iniziative, elencate in ordine cronologico, invitandovi a partecipare:

RiciclaEstate, piazza Filottete di Petilia Policastro

– Steccato di Cutro, mercoledì 7 Agosto, alle ore 9:30,  una delle tappe di “RiciclaEstate”, la 5^ edizione della campagna di sensibilizzazione di Legambiente Calabria e Conai sulla raccolta differenziata nei comuni costieri della Calabria e nei Comuni in cui sono presenti i Circoli di Legambiente; la finalità è la sensibilizzazione alla raccolta differenziata, con la distribuzione di materiale informativo, realizzazione di un “laboratorio ludico del riciclaggio”.

Loc. Sovereto, Isola Capo Rizzuto

– Loc. Sovereto, mercoledì 7 Agosto, alle ore 16:30, una delle tappe di “RiciclaEstate” e l’iniziativa “Rigeneri AMO la natura!” per riqualificare, con progetti semplici e concreti, quattro aree pregiate dal punto di vista ambientale in Puglia, Calabria, Campania, in Calabria è stata scelta: Sovereto, una località marittima situata nel Comune di isola Capo Rizzuto (KR). L’intervento mira a riqualificare la spiaggia attraverso il ripristino degli habitat dunali e retrodunali, la risistemazione del sentiero esistente di accesso al bosco, alla spiaggia e alle infrastrutture turistiche dedicate, oltre che prevedere la realizzazione di interventi di ingegneria naturalistica e piantumazione di specie autoctone della macchia mediterranea. La campagna di raccolta fondi è promossa da Legambiente e Intesa Sanpaolo. La presentazione dell’iniziativa è presso il camping di Sovereto.

Agosto nel Parco 2018

– Parco Nazionale della Sila – caserma forestale del Gariglione, dal 9 al 11 agosto, per l’iniziativa: “L’alta valle del Tacina e il bosco del Gariglione: tra natura, tradizioni, storia, alla scoperta della biodiversità e del cielo stellato”, organizzata da Legambiente Valle Tacina, con la collaborazione del Raggruppamento Carabinieri Biodiversità -Reparto Biodiversità di Catanzaro -, il patrocinio dell’Ente Parco Nazionale della Sila. La caserma forestale del Gariglione, a quota 1.650 m, sarà l’elemento centrale della nostra proposta, la location, il luogo per tutte le attività formative, informative, divulgative, da dove sono partiranno le escursioni diurne e notturne. Nel pomeriggio di venerdì 9 agosto sarà realizzata una breve attività di esplorazione della Riserva Biogenetica “Gariglione-Pisarello”. Nella giornata di sabato 10 agosto è prevista l’emozionate escursione nell’alta valle del fiume Tacina, fino alle sorgenti, una incantevole valle, chiusa fra le dorsali di Tempone Morello e del Monte Scorciavuoi, con verdissimi fianchi, con i rilievi dominati dal faggio mescolato ad abeti bianchi e pino laricio. La giornata di domenica 11 agosto è dedicata al bosco del Gariglione, lungo l’itinerario il “Giro delle Macchie”, interessando due bellissime e ampie radure di questo settore del parco: macchia dell’arpa e macchia dell’orso. Nel corso della serate/nottate saranno realizzate interessanti attività astronomiche, guidate da esperti, astronomi/astrofili, nelle “notti di san Lorenzo”, favorite dall’assenza di inquinamento luminoso. Informazioni più dettagliate sono presenti nel sito: www.legambientepetilia.it e nella pagina facebook: Legambiente Petilia.

– Piazza Filottete di Petilia Policastro, lunedì 12 agosto,  alle ore 16:30,  una delle tappe di “RiciclaEstate”, inserita all’interno della giornata ecologica organizzata dal Rotaract – Rotary  che prevede, alle ore 9:00, un’attività di pulizia alla Santa Spina e la proiezione, alle ore 21:00, del docufilm Home, un documentario sull’ambiente e sui cambiamenti climatici di Yann Arthus-Bertrand.

– Convento di San Francesco – Roccabernarda, venerdì 16 agosto, alle ore 21:00, l’attività astronomica: “Guarda che Luna”, organizzata da Legambiente Valle Tacina e dal Liceo Scientifico “Raffaele Lombardi Satriani” di Petilia Policastro.